L’Alessandrini alza il livello. Usa la Scala.

Il giorno 19 gennaio 4 studenti di ogni classe quinta del nostro istituto, accompagnati dalla Prof.ssa Sgrò, la quale ha ripreso l’iniziativa dopo diversi anni, Prof.ssa [prof che non so come si chiama devo chiedere] e la Prof.ssa Savi, si sono recati al Teatro Alla Scala, per godersi la prima de Il Pipistrello, o Die Fledermaus di Strauss diretta da due Cornelius, il direttore Meister e il regista Obonya. L’opera, scritta in tedesco, è stata mantenuta tale, ma si è optato per la traduzione di alcune parti parlate nella nostra lingua, con un’accorta mescolanza fra le due.

L’operetta viennese viene trasposta ai giorni nostri e l’azione prende luogo in una località sciistica frequentata da persone più che facoltose. Il punto focale della storia è la vendetta del Pipistrello, il dottor Falke, che induce il prossimo ad agire sotto il desiderio di ubriachezza, di seduzione e di evasione, comune a quell’ambiente ricco. La narrazione degli eventi permette a Strauss di svelare un lato nascosto della società viennese, che sotto la maschera del perbenismo nasconde una smania verso il peccare.

L’opera è divisa in tre atti, il primo introduttivo, che ci fa conoscere i personaggi e avvia la storia, o meglio, la vendetta. Il secondo è pura celebrazione dello sfarzo: ambientato in una lussuosissima festa in maschera si assiste a bevute, corteggiamenti, brindisi, danze e inganni. Quest’ultimi saranno poi svelati nel terzo atto, in una prigione, luogo meno appariscente dei precedenti e sicuramente più crudo, che ospiterà un monologo di Paolo Rossi (Frosch), il quale si lancerà in temi politici e molto attuali.

Nonostante la lingua italiana sia stata usata molto poco, non sono stati riscontrati problemi di comprensione. La scena era abbastanza chiara ed era facile intuire ciò che stava accadendo, inoltre il teatro è provvisto di piccoli schermi con i sottotitoli in tempo reale, che si sono rivelati molto utili. Lo spettacolo è stato bello, divertente, affascinante e, nonostante la durata estesa (tre ore e 18 minuti) e l’ora tarda, la noia non si è affatto fatta sentire.

Trovo che l’aver ripreso quest’iniziativa sia stata un’ottima idea. Essa ha permesso a 28 ragazzi di partecipare a qualcosa di nuovo, di diverso, a un prezzo veramente esiguo. Ragazzi che, magari, mai avrebbero pensato di andare alla Scala, ora sono impazienti di poterci riandare, e ciò avverrà il 24 aprile, quando sarà messa in scena l’opera Don Pasquale di Gaetano Donizetti.